Wi-Fi libero: una vittoria di Pirro
Sembra che diversi schieramenti politici siano in sintonia affinchè il decreto Pisanu non abbia ulteriori proroghe, di conseguenza avremo wi-fi aperte nelle nostre città.
Ma siamo sicuri?
Accadrà realmente che verranno tolte le password dai router wi-fi degli studi professionali, ristoranti, locali pubblici, alberghi, librerie, negozi, palestre ecc.. al fine consentire un accesso libero alla Rete?
Ho qualche dubbio che mi viene dato dall’esperienza all’estero e dal timore che le reti aperte costituiranno una “vittoria di Pirro”, che le poche reti lasciate aperte saranno inutilizzabili perchè troppo lente – come avviene in Canada, Stati Uniti e Spagna – o più verosimilmente resteranno chiuse come le centinaia di reti wi-fi che si incontrano camminando per Tokyo.
Inoltre mi pongo una riflessione economica sulla ricaduta che potrà avere il mercato delle connessioni mobili (c.d. chiavette) immesse dalla compagnie telefoniche che oggi, grazie anche a questo prodotto, mantengono migliaia di posti di lavoro tra: commessi, promoter, tecnici, pubblicitari ecc.
In questo particolare momento storico, il mercato del lavoro sarà in grado di assorbire una contrazione del lavoro nel settore innanzi citato?
L’affermazione più spontanea è quella di individuare nella liberalizzazione del wi-fi la possibilità che si sviluppino nuovi posti di lavoro nel settore dell’Internet, anche qui sono prudente in quanto già oggi centinaia di esperti SEO, web-marketing o social media strategist non trovano aziende/enti/privati capaci di recepire le loro professionalità, figuriamoci in futuro quando aumenterà la concorrenza numerica e qualificata.
In conclusione sono favorevole affinchè il decreto Pisanu non trovi ulteriori proroghe ma, allo stesso modo, ritengo che le migliori aspettative non troveranno attuazione, saranno poche le wi-fi lasciate aperte e nel medio termine si potranno avere delle ripercussioni sulle risorse occupazionali.
Come sempre, quando esprimo pensieri controcorrente, sono il primo ad augurami di sbagliare e di essere contraddetto dai fatti.
Ritengo infine, sotto il profilo tecnico, che occorre ammodernare – come già accaduto in altri Paesi – i “ponti radio”, perchè anche qui siamo in ritardo nella corsa all’innovazione.