Tra FIEG vs. Google mi schiero sempre in difesa della Rete
La mia risulterà una voce fuori dal coro ma condivido la decisione dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato presa nei confronti di Google Italia s.r.l. I miei motivi non sono legati a condizioni economiche legate alla pubblicità, a risarcimenti economici che potrebbero essere più o meno motivati, ma semplicemente alla trasparenza che un mezzo così diffuso come Google debba garantire.
Mi spiego.
La ricorrente “denuncia che Google News aggrega i contenuti giornalistici di una molteplicità di editori secondo criteri non pubblici”, inoltre lamenta che “le pratiche tecnologiche con cui Google forma i propri indici (ranking) dei contenuti riportati su Google News Italia e i propri indici di risposta alle queries degli utenti non sono trasparenti. In particolare, Google determina la presenza ed il posizionamento degli articoli riportati sul portale Google News Italia determinando unilateralmente la visibilità degli annunci e il livello di preminenza dato ad alcuni rispetto ad altri, potendo favorire un soggetto a scapito di un altro”.
Ritengo che questi due motivi di doglianza siano motivati in quanto pongono evidenti limitazioni all’uso della Rete, oltre a latenti sistemi censori.
Google è gia nota per una vicenda simile, ricorderete il caso del gennaio 2007 quando la società americana smise di indicizzare Uruknet.info come fonte informativa dall’Iraq, per poi riammetterla per le numerosissime proteste che giunsero da tutto il mondo.
Ho sempre difeso la trasparenza della Rete che non può essere ceduta in cambio di una mail gratuita, per un sistema di indicizzazione o per dei dati di traffico, credo che il business può esser fatto in modo etico senza creare pericoli di conoscenza per gli utenti.
Con Google nulla è offerto gratuitamente, la mail ad esempio la paghiamo con i nostri dati personali, le statistiche dei nostri siti le paghiamo inserendo dei codici che non sappiamo sino in fondo cosa permettono di monitorare ed è preoccupante, nel contesto odierno, che un editore abbia nei confronti di Google News solo due opzioni: o consentire al motore di ricerca Google di accedere liberamente al proprio sito e di raccogliere ed utilizzare i dati ad esso relativi anche per finalità di raccolta pubblicitaria, oppure vietare l’accesso al proprio sito ai sistemi automatizzati di Google, così escludendosi non solo da Google News ma anche dalla consultazione effettuata da tutti coloro che utilizzano detto motore di ricerca.
In questo momento storico Google mantiene di fatto una posizione dominante sui servizi di indicizzazione, attendo con ansia l’avvio ufficiale di BING della Microsoft, (www.bing.com) con il quale certamente si andranno a ristabilire gli equilibri considerato che per nuove aziende questo mercato è ormai diventato inaccessibile.
Personalmente auspico che nelle more dell’istruttoria avviata nei confronti di Google Italia srl, la stessa società ponga in essere soluzioni tecnologiche più trasparenti che certamente non le andranno a ledere il mercato, anzi lo rafforzeranno andando a migliorare il rapporto di fiducia con gli utenti-consumatori.