Concorso OpenData Lombardia e la nascita di una classe sacerdotale
Come sempre mi rivolgo ai meno esperti che desiderano conoscere meglio le nuove tecnologie e le loro costruttive applicazioni nella Società. Fatta questa premessa, vediamo il caso odierno in cui scriverò di OpenData, Regione Lombardia, gare e criteri di scelta della giuria.
Cominciamo con spiegare sinteticamente gli OpenData?
Con il termine OpenData (in italiano “dati aperti”) si definisce tutto quel patrimonio di dati informativi raccolti dalla Pubblica Amministrazione – attraverso denaro pubblico – e che pertanto la consultazione deve avvenire in favore del cittadino in modo trasparente e senza alcuna limitazione.
Chiaramente gli OpenData sono la base di quella tesi che vede il Cittadino partecipativo in un processo democrazia partecipata, principio in cui è noto io non creda in favore del metodo della “democrazia informata”.
La Regione Lombardia, governata da Roberto Formigoni, ha lanciato il Concorso OpenApp Lombardia
Si tratta di un’iniziativa dell’Agenda Digitale Lombarda con lo scopo di valorizzare proposte di applicazioni web o app per dispositivi mobili basate sull’utilizzo di dati pubblici messi a disposizione da Regione Lombardia sul sito dati.lombardia.it e da altri soggetti pubblici e privati in formato opendata. Premiate saranno le prime 10 proposte di applicazioni web o apps dividendo un premio complessivo di €.60.000,00 .
Quando si indice un concorso si deve nominare una Giuria di esperti, ecco i criteri?
Sono stati pubblicati i criteri per la Ricerca degli esperti esterni che comporranno la Giuria del concorso chiamata a valutare e giudicare, a suo insindacabile giudizio, ogni app e/o web-app ammessa al Concorso OpenApp Lombardia.
Gli esperti esterni devono rispondere ai seguenti profili:
• esperti app – web app dal settore accademico
• esperti di grafica e usabilità delle app
• giornalisti di settore
• rappresentanti del mondo delle imprese
• appartenenti alla comunità OpenGov.
In primo luogo non si comprende se questi profili debbano concorrere o essere presenti singolarmente, poi non comprendo che voglia dire: “appartenenti alla comunità OpenGov” costituisce adesso titolo di studio appartenere ad una community?
Chi giudica e accredita una community?
Stiamo assistendo alla nascita di una nuova Casta sacerdotale?
Vi riporto lo scambio di battute avuto oggi su Twitter preservando l’anonimato:
La mia preoccupazione è che per non far mettere “Gli amici degli amici” si finisca per mettere altri “amici di amici”, in pratica il nuovo rischia di far più paura del vecchio.
Un ottimo inizio per la “trasparenza dell’e-government”, i media tradizionali sapranno accorgersi di questo?
Vedremo…