La libertà in Internet non deve essere politicizzata
All’inizio di una settimana in cui il Parlamento dovrà decidere sul “ddl intercettazioni” sia apre un duplice scenario: il primo che spunterà un rinvio a sorpresa e i lavori proseguiranno a settembre, il secondo che passerà una norma che interverrà (in malo modo) sulla gestione dell’ espressione in Internet.
Proviamo a rispondere a questa domanda: perchè siamo arrivati ad una norma che investe la Rete?
Credo che non basti avere un pc, una connessione alla Rete per essere cittadino sincero, imparziale, etico ed onesto.
Negli anni mi sono occupato di diffamazioni on line, di violazioni dell’onore e della reputazione di persone che si sono viste attaccate ingiustamente in Rete da blogger o pseudo tali. Ci siamo posti mai la domanda come tutelare chi in Rete subisce un danno, con l’aggravante che molto spesso se pur con la condanna dell’autore del reato, non si riesce a cancellare il messaggio lesivo.
Mi riferisco in particolare alle false intercettazioni pubblicate in Rete, mi riferisco alle foto di minorenni diffuse su canali P2P, mi riferisco ai blogger che non verificano la fonte di una notizia prima di riportala (non perchè è previsto ma per etica).
Questa legge non raggiunge gli obiettivi prefissati, non raggiunge lo scopo sia di tutelare le vittime sia di condannare i colpevoli.
Intanto cresce la protesta in Rete sotto forma di decine di appelli e petizioni avviate da persone legate a partiti politici e questo credo che non aiuti a chiarire i principi di libertà sottesi al ruolo di Internet.
La Rete non è del popolo viola, non è del popolo rosso, non è del popolo azzurro, non è del popolo nero …essa appartiene a tutti Noi.