La politica non piace più
L’avvento delle nuove tecnologie della comunicazione ha fatto immaginare che, con la diffusione di Internet, si sviluppasse una democrazia responsabile e controllata per il raggiungimento del benessere comune.
In realtà, almeno nel nostro Paese, questo fenomeno non si è manifestato e l’astensione alle urne ha raggiunto, negli ultimi anni, percentuali allarmanti.
La domanda che nasce spontanea è se sia la politica a non piacere più o siano i suoi rappresentanti a non convincere più gli elettori per avere il loro voto. Al momento non esiste una risposta, dobbiamo aspettare anni o forse solo qualche mese per vedere se il trend negativo continuerà a crescere o – speriamo – decrescere.
Eppure settimanalmente almeno sette sono le trasmissioni che, tanto in prima quanto in seconda serata, snocciolano i temi dell’attualità politica sempre alle prese con i problemi dei rifiuti campani, dei lodi, della giustizia, dell’economia e della scuola…per non parlare della Sanità che stranamente risulta completamente assente.
In questo contesto il Presidente di Confindustria lamenta che il Paese si trova in uno stato di immobilismo economico, credo che debba essere ascoltato, al di là di ogni riflessione politica.
Intanto ci avviciniamo ai festeggiamenti per il 150° anniversario dell’unità d’Italia con il vestito più sporco, più lacero, più vecchio. Ad una festa ci si dovrebbe presentare puliti, ovvero non corrotti, più coesi ovvero senza idee di scissione, più giovani ovvero con grandi idee di innovazione.
Credo che in una possibile agenda politica tre siano i temi importanti: l’unità nazionale, la legalità ed il lavoro inteso come strumento di libertà economica per ciascuna persona.
Aggiungerei che occorrono anche persone etiche…ma questo mi sembra troppo ovvio per ricordarlo.