Questa donna per Facebook è pornografia e quindi la censura
UPDATE: a seguito di questo articolo pubblicato sulla mia bacheca, Facebook mi ha bloccato l’account leggi anche qui
I termini e le condizioni che regolano l’utilizzo di Facebook sono chiari: al paragrafo Sicurezza detta testualmente al punto 7: “Non pubblicare contenuti: minatori, pornografici, con incitazioni all’odio o alla violenza, con immagini di nudo o di violenza forte o gratuita”
La foto che vedete è stata “censurata” da Facebook e se provate a pubblicarla siete sospesi.
Questa foto è stata scattata da Anastasia Chernyavsky, fotografa professionista, che insieme ai due figli si è ritratta con il seno sporco di latte materno, una Rolleiflex datata, volendo in modo artistico rappresentare la maternità in cui “la donna” è la centralità. Siamo tutti concordi che sia uno scatto forte, ma possiamo farla rientrare nel concetto artistico?
Per Facebook e per la società questa foto è da censurare perchè nel mondo in cui viviamo è facile trovare per strada la foto di una donna vestita con una aderentissima tuta rossa che inginocchiata, o in quadrupedia, lecca il prodotto in vendita.
Chiaramente le opinioni in rete sono diverse, queste alcune che ho raccolto in giro per il web:
– ha voluto strumentalizzare i figli;
– non si riprendono i figli nudi perché ci sono i pedofili;
– questa donna ha mercificato il suo corpo;
– una botta gliela darei;
– non si riprende la mammella sporca di latte perché in Africa muoiono di fame;
– una cagna;
– una foto indecorosa per la donna;
– ha troppi peli sulla fica;
– che puttana!
Ognuno è libero di pensarla come crede, io mi pongo solo qualche domanda: Facebook così celere nel censurare questa foto si rende conto di cosa giri sulla piattaforma?
Si rende conto che alle tantissime segnalazioni da parte di noi avvocati su atti di cyberbullismo o foto blasfeme, violente e crudeli risponde sempre: “La nostra politica è tutelare la libertà di espressione”; “Il nostro Staff ha preso in carico la sua richiesta e porrà la massima attenzione” intanto passano i giorni e magari l’assistito che subisce il danno è disperato.
Poi, tutto d’un tratto, depositata la denuncia e avviate le indagini con qualche giorno di drammatico ritardo rimuove i contenuti e trovi lo sbarbatello dell’azienda che, con un grande sorriso, afferma: “Noi di Facebook siamo sempre pronti a collaborare con gli utenti e con le forze di Polizia perché riteniamo un dovere dare un contributo alla società”.
Infatti, si vede.
La foto originale è questa, cosa ne pensate?