Una storia professionale che non si vorrebbe raccontare
02 Settembre 2013
L’amministrazione dello Studio mi fa notare che un’azienda non ha pagato alcune fatture. Conoscendo la serietà dell’imprenditore, prendo il telefono e chiamo: “Buongiorno, come sta? Ha ripreso l’attività dopo le ferie?”
Dall’altra parte con una voce che difficilmente nasconde la commozione, mi risponde: “Avvocato, chiudiamo il 30 settembre ma non si preoccupi per le fatture, saranno tutti pagate perchè non intendo lasciare un solo euro di debito.”
Sono dispiaciuto, non so cosa dire, temo quei secondi di silenzio che sembrano interminabili. L’unica cosa che mi viene da chiedere è un banalissimo “Come mai?”
In due minuti mi riassume ciò che spesso sentiamo dire in televisione: il fisco è troppo alto, la Pubblica Amministrazione paga con notevole ritardo, le banche hanno fermato le linee di credito.
Poi aggiunge “non voglio fallire e chiudo subito assicurando ai dipendenti e ai fornitori il loro compenso”.
Poi confessa: “Per fare il mio mestiere, l’imprenditore, occorre coraggio ed entusiasmo ma soprattutto occorre non sentirsi soli e abbandonati”.
Parliamo ancora per qualche minuto, poi chiudo la telefonata.
Resto un po’ scosso, navigo sul web e leggo le notizie sul sito dell’Ansa, le news dal mondo della politica parlano di: “sentenze, veti, vendette, decadenza, equilibri interni, incandidabilità, congressi, correnti, sacrifici e tasse” ….nulla che possa aiutare il mio cliente.
Tutto qui.